Modifiche codice appalti per la parità di genere: quali criteri e benefici

4 Aprile 2024 in Audit & Compliance,Verifica di Cybersecurity delle Infrastrutture

Tra i modelli adottati per garantire il rispetto delle disposizioni che mirano a promuovere la parità di genere vi è la prassi UNI PdR 125/2022. Questo documento fornisce alle aziende uno strumento utile per contribuire agli obiettivi stabiliti dall’Agenda ONU 2030 e conformarsi ai requisiti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Tale prassi riporta le linee guida che le aziende virtuose devono seguire per ottenere la certificazione sulla parità di genere, nonché gli strumenti per valutare il grado di conformità del sistema di gestione adottato dall’azienda ai requisiti specificati. Questa pratica è rivolta a tutte le aziende che impiegano almeno un dipendente. Il certificato per la parità di genere viene rilasciato da organismi di certificazione terzi, indipendenti dall’organizzazione, accreditati presso Accredia (ai sensi del regolamento CE 765/2008), che operano sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022.

La prassi prevede l’adozione di specifici indicatori, Key Performance Indicator (KPI), in relazione a 6 aree di valutazione per le differenti variabili che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere. Ogni area è contraddistinta da un peso percentuale, per un totale pari a 100, che contribuisce alla misurazione del livello attuale dell’organizzazione e rispetto al quale è misurato il miglioramento nel tempo. La certificazione ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale.

Fra gli ambiti interessati, quello fiscale è certamente fra i più noti. Le aziende certificate UNI/PdR 125 possono infatti usufruire di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali e ottenere un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato.

I vantaggi previsti dal Codice appalti

Il codice degli appalti (D.lgs. 36/2023) è la normativa che regola i contratti pubblici in Italia. Tra le novità introdotte dal codice, in particolare, ci sono alcune disposizioni che mirano a promuovere la parità di genere tra gli operatori economici che partecipano alle gare.

Ecco alcuni obblighi che riguardano questo tema:

  • Le aziende con più di 50 dipendenti devono trasmettere, al momento della presentazione dell’offerta, una copia dell’ultimo rapporto sulla situazione del personale, che evidenzi la presenza di donne e giovani;
  • Le stazioni appaltanti possono prevedere nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, criteri premiali per le imprese che adottano politiche e misure concrete per ridurre il divario di genere, come la flessibilità oraria, il telelavoro, la conciliazione vita-lavoro, ecc.;
  • Le imprese che vogliono beneficiare dei criteri premiali devono possedere la certificazione della parità di genere, che attesta l’adozione di tali politiche e misure. La certificazione è istituita dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità) che sarà operativa dal 1° gennaio 2022;
  • Le imprese che possiedono la certificazione della parità di genere hanno anche diritto alla riduzione del 30% della garanzia provvisoria (cauzione o fideiussione) richiesta per partecipare alle gare di servizi e forniture.

Il nuovo Codice dei Contratti D.Lgs.36/2023 (all’art. 108, comma 7) stabilisce, inoltre, che le stazioni appaltanti prevedano un “maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all’articolo 46-bis del d.lgs. 198/2006” (certificazione parità di genere).

Su questo fronte, la nuova stesura del Codice prevede che le stazioni appaltanti indichino un punteggio premiante attribuito ai possessori della certificazione della parità di genere ai sensi della UNI PdR 125:2022 anche attraverso a un’autocertificazione a dimostrazione dell’applicazione della Prassi.

In questo quadro, la dimostrazione di adozione della UNI PdR 125:2022 comporta vantaggi in sede di gara fino a un massimo 20%, cumulabile con altre riduzioni previste dal Codice a fronte del possesso di “Certificazioni o marchi”.

UNI/PdR 125: una leva competitiva importante per il codice appalti

Pur non essendo il processo di certificazione obbligatoria, la possibilità di certificare il proprio sistema secondo la UNI/PdR 125 deve intendersi come un vantaggio competitivo per le imprese italiane e al contempo un modello di accountability a garanzia di quanto dichiarato in sede di gara. In generale, infatti, la parità di genere si ripercuote sull’organizzazione con una molteplicità di benefici:

  • Maggior innovazione e creatività
  • Maggior capacità produttiva grazie alla combinazione di abilità e talenti diversi
  • Miglior reputazione aziendale, rispetto al tema della Diversity & Inclusion
  • Maggior retention dei dipendenti, che vivono la parità di genere come un valore importante della realtà cui appartengono
  • Possibilità di accedere a contributi economici e agli sgravi fiscali

A tutto questo, si aggiunge infine la non irrilevante possibilità di ricevere premialità nelle procedure di appalto: un valore chiave, che il supporto di un consulente dedicato può aiutare a chiarire al meglio, beneficiandone nel pieno rispetto della compliance di settore.

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